Per i non addetti ai lavori, per design by committee (design fatto da un comitato), si intende un tipo di design dove le decisioni sul design di un qualsiasi prodotto, sia esso un oggetto, come anche un sito, vengano prese non da un singolo designer specializzato (o un gruppo di tali), quanto da un (mal)assortito insieme di persone di varia estrazione, contabili, segretarie, manager, parenti.
Questo vuol dire che chiunque può proporre caratteristiche e specifiche con altissima probabilità di approvazione. Quasi sempre il prodotto si appesantisce, perde focus e identità specifica. Il risultato finale è quasi sempre disastroso, e nel mio settore design by committee è diventato il modo per definire una certa tipologia di prodotto fallimentare.
L'ultimo dei moicani
Finora nella mia carriera ci sono rimasto invischiato, per fortuna, poche volte, però me le ricordo bene.
Per esempio, nello sviluppo di un logo di un progetto europeo, nel 2002, lo svilupppo del logo venne fermato e mi venne presentato dal responsabile un foglio con un disegno della figlia: ne avevano parlato in famiglia e preferivano quello. Il risultato lo potete vedere nell'immagine allegata, e con mio enorme disdegno apparve in giro per tutta la durata del progetto.
Il cacciucco
Il caso però che mi è rimasto più impresso è quello di importante federazione sportiva nazionale. Per il rifacimento del portale nazionale, venni ingaggiato da un'azienda per seguire l'implementazione della nuova grafica.
Alla fine della prima riunione infatti apparve chiaro che il nuovo look and feel del sito sarebbe stato sviluppato internamente, dal reparto della comunicazione internet.
Sorvolando sulla scelta del software[^1], ci arrivò il layout della home page. Vi basti dire che tutt'ora la evidenzio durante i corsi che tengo quando arriviamo all'argomento, come esempio di design casuale e malassortito.
Tutto contribuiva (e contribuisce) a questa definizione: la struttura caotica della pagina, i font che si succedono in maniera casuale, i javascript gratuiti, la composizione della gabbia estemporanea, la scelta di avere un font decó per i titolo, che ci obbligò a creare tutti i titoli come immagini, e così via[^2].
La conversione dall'esecutivo Photoshop ad HTML e CSS mi prese 3 giorni interi, per chi sa come lavoro un'eternità, circa 4 volte il mio tempo normale per un lavoro del genere.
Poiché il design peccava anche sul fronte dell'usabilità, e risentiva anche delle scarsissime capacità di base del CMS scelto, alle nostre obiezioni ci venne risposto che il disegno era stato approvato dal un comitato (alé) e non poteva essere cambiato. Ci rendemmo conto presto che chiunque passasse dall'ufficio dei nostri corrispondenti, e avesse buttato lì una cosa qualsiasi, per quanto controproducente, brutta o inutile se la sarebbe vista pubblicata.
Capite, al fine del salmo, come veda col fumo negli occhi la situazione del design by committee, e di conseguenza i prodotti che ne sono il risultato: per il designer è una situazione penosa che lo vede sminuito e vede buttati nel cesso anni di preprazione sull'interazione, la grafica, l'usabilità, surclassati da una massa di bambini senza controllo che giocano col prodotto in base a opinioni estemporanee.
[^1]: Una volta o l'altra chiedetemi cosa penso di Dot Net Nuke…
[^2]: Per fortuna, per evidente miglioramento della praticità, il sito sta adottando pian piano titoli normali, ma m'immagino che patemi…
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